Non si può morire di lavoro, non si può morire al lavoro

Questo assunto vale per qualunque lavoratore e in particolare nei riguardi dei professionisti sanitari chiamati quotidianamente alla presa in carico delle persone assistite portatrici di una sofferenza fisica, psicologica e spirituale.

Data:
29 Aprile 2023

Non si può morire di lavoro, non si può morire al lavoro

Il 28 aprile scorso si è svolta la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, all’indomani della Festa dei lavoratori, il 3 maggio il nostro Ordine parteciperà a un evento importante per la tutela della salute pubblica, la fiaccolata in memoria della Dott.ssa Barbara Capovani, Medico Psichiatra di Pisa uccisa sul posto di lavoro. Questi eventi ci portano a un’inevitabile riflessione sulla tematica della sicurezza nei luoghi di lavoro e alla necessità di sensibilizzare le istituzioni e i decisori politici per salvaguardare chi, come noi è addetto alla tutela della salute e del benessere dei cittadini.

“Non si può morire di lavoro, non si può morire al lavoro”. Questo assunto vale per qualunque lavoratore e in particolare nei riguardi dei professionisti sanitari chiamati quotidianamente alla presa in carico delle persone assistite portatrici di una sofferenza fisica, psicologica e spirituale. Negli ultimi periodi la violenza contro gli operatori sanitari sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza nazionale e ciò è inaccettabile.

Le cause del fenomeno sono sicuramente complesse e multifattoriali e includono oltre al particolare contesto socio-economico che stiamo vivendo, anche aspetti organizzativi sanitari che vanno dalla carenza di personale ridotto all’elevato carico di lavoro, alla tipologia di pazienti. Sicuramente però la violenza, che ricordiamo essere sempre un vulnus per chi la subisce e per l’intera collettività, non è che l’epifenomeno di una regressione culturale, sociale e comunicativa a cui stiamo assistendo nel nostro Paese.

L’articolo 22 della nostra Costituzione etica (“Il tempo di relazione è tempo di cura”) porta in sé impresso il principio valoriale fondato sull’ascolto attivo, il dialogo, gli interventi di natura intellettuale e relazionale come parte integrante e qualificante del tempo di cura.

Tutto ciò però non è realizzabile se non si prevede una infrastruttura organizzativa della sanità che includa, in primis, l’aumento del personale con il fine di aumentare la qualità complessiva delle prestazioni, garantire il dialogo con i cittadini ed evitare la rabbia e la pressione psicologica possano tramutarsi, talvolta, in rabbia e, sempre più frequentemente in atti e comportamenti di violenza.

Dal momento che l’impianto normativo su questa materia (La legge 113 del 2020) da solo non è sufficiente anche se è da considerarsi un passo importante, riteniamo sia fondamentale ribadire all’interno delle nostre comunità l’elevato valore sociale, oltre che assistenziale, dei professionisti  sanitari che non Devono in alcun modo vivere una condizione di insicurezza e solitudine, ma anzi, devono essere sempre più essere visti come degli alleati dai cittadini. 

Insomma è inaccettabile assistere al paradosso del far del male a chi si fa carico del processo di cura.

Augurando a tutti una buona Festa dei Lavoratori, vi invitiamo a partecipare alla fiaccolata del 3 maggio contro ogni tipo di violenza nei confronti dei professionisti sanitari e socio-sanitari.

Rassegna stampa

Ultimo aggiornamento

3 Maggio 2023, 00:10